FONTI RINNOVABILI: SEU FRA OPPORTUNITA’ E OSTACOLI

Fonti rinnovabili: cambiano le regole per gli impianti che producono energia.

Cambiano in meglio, forse, ma le complicazioni e i costi sembrano destinati ad aumentare.

L’Articolo 10 comma 2 del D. Lgs. 115/2008 ha previsto un regime di particolare favore, in termini di esenzione dal pagamento di oneri generali di sistema e di tariffe di distribuzione e trasmissione, per un particolare regime di autoconsumo denominato Sistema Efficiente di Utenza (SEU), delegando l’attuazione di tale disciplina all’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas.

Con la deliberazione 12 Dicembre 2013 n. 578 del 2013, l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas ha finalmente dato attuazione a tale disciplina.

Detto così sembra suonare bene.

Finalmente minori oneri sulle spalle di chi la corrente se la produce ed autoconsuma.

In realtà le cose non sono ne così semplici ne così rosee.

Innanzitutto non è sufficiente disporre di un impianto di produzione elettrica da Fonti Rinnovabili, bisogna che all’impianto venga riconosciuta la qualifica di SEU (Sistema Efficiente di Utenza).

burocrazia_italiana1248344162Il termine ultimo per ottenere la qualifica è il 30 settembre!

Salvo ulteriori rinvii dell’ultimo minuto sempre possibili in Italia (il termine previsto inizialmente era il 3 giugno).

Questo comporta dei costi sia in termini di moneta sonante (per gli impianti superiori ai 20 kW varia da 250 a 550 euro, fino a 3 kW è gratuita, dai 3 ai 20 kW sono 50 euro), che in termini di impegni burocratici.

Se per i nuovi impianti sarà sicuramente l’installatore a provvedere alla registrazione, sembra difficile che il possessore di un impianto domestico già esistente possa presentare la domanda e seguirne l’iter senza l’aiuto di un Esperto Gestione Energia, EGE, (vai con le sigle!) che vorrà giustamente essere pagato.

Se non dovesse ottenere la qualifica di SEU l’utilizzatore di un impianto fotovoltaico, si troverebbe a pagare in bolletta un “tassa sull’autoconsumo”; come dire che oltre ad aver sostenuto le spese per realizzare l’impianto ti devi anche sorbire la punizione fiscale per aver utilizzato la tua corrente elettrica.

Da un certo punto di vista un po’ di chiarezza e ordine nel nuovo mondo delle rinnovabili magari ci voleva anche. Così come ci voleva e ci vorrebbe un po’ di ordine e serietà anche nello specifico settore dell’installazione.

Solo che così come si presenta la presunta chiarezza, sembra studiata apposta per complicare le cose e disincentivare la gente; sarà pessimismo cronico, ma i motivi per dubitare ci sono:

Primo perché tutta questa chiarezza in realtà non c’è, molti sono i dubbi riguardo i vari livelli e tipologie di vantaggi economici cui le nuove classificazioni dovrebbero dare accesso a seconda della categoria e sottocategoria:

SSPC – TICOOP- SEU- SEESEU- ASAP- ASE- SEESEUA- SEESEUB- SEESEUC

Ce ne per tutti i gusti!

Secondo perché, in determinati ambiti, il sistema dei SEU limita anziché ampliare le possibilità di avere convenienza dall’autoconsumo.

Ci si aspetterebbe che in un settore così strategico i Governi operassero al fine di semplificare procedure ed accessi, mentre alla fine ci si trova sempre di fronte a maggiori complicazioni burocratiche costose e demotivanti, limitazioni e distinguo, che sembrano studiate appositamente per dare lavoro ad una nuova schiera di professionisti, specializzati più in cavilli legali che in tecnologie di efficienza energetica.

Terzo perché l’intera impalcatura della riforma poggia su alcuni pilastri fondamentali quanto malfermi e ferruginosi:

AEEG, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane e in ultimo, ma non ultimo, il GSE.

Strutture statali che hanno elevato l’inefficienza a sistema di vita e dalle quali non ci si può aspettare altro che continui ritardi, inadempienze e costi aggiuntivi.

Viene da chiedersi se i nostri governanti, dovendo ottemperare agli obblighi stabiliti dall’Europa in termini di efficienza energetica e ricorso alle Energie Rinnovabili, abbiano studiato il sistema, quello più efficacie, per sabotare l’intero settore.

Non è un segreto che le nostre classi dirigenti hanno dimostrato più volte di essere piuttosto “fossile dipendenti” e che si rivelino ogni giorno più preoccupate da un’eventuale caduta delle entrate fiscali, dovute alla riduzione dell’utilizzo dell’energia prodotta dalle centrali tradizionali, che non dai guasti all’Ecosistema del Pianeta o alle enormi e positive ricadute economiche e sociali collegate allo sviluppo delle rinnovabili.

Sono scelte miopi e sbagliate che pagheremo in futuro, perché i conti, anche quelli con la Storia, prima o poi si pagano sempre.

Potevamo e potremmo sviluppare enormi competenze nel settore delle rinnovabili, potevamo e potremmo essere all’avanguardia nello sviluppo e messa in produzione di nuove tecnologie sempre più sofisticate e innovative. Potevamo e potremmo disporre di aziende di produzione e installazione in tutti i settori delle rinnovabili.

Non che queste capacità e competenze in Italia non ci siano, ma è certo che devono convivere ogni santo giorno con incertezze legislative, complicazioni burocratiche ostruzionismo delle istituzioni e diffidenza generalizzata.

Basti pensare che persino i media più accreditati ed attenti, pur sbandierando interesse ed attenzione alle nuove soluzioni offerte dal mondo delle rinnovabili, non cessano di definirle “non programmabili” e di sollevare dubbi e condizioni sull’opportunità dell’investimento.

Molto meglio tenere in piedi vecchi baracconi inquinanti e sistemi obsoleti che garantiscono però entrate sicure e una manciata di potere ai soliti noti.

Poi, pensiamoci, cosa accadrebbe se la gente imparasse a fornirsi da sola dei sistemi operativi di cui ha bisogno; magari collaborando in gruppi di utilizzo e gestione delle risorse.

Uno scenario che a qualcuno fa spavento solo a pensarlo.

 

FONTI RINNOVABILI: SEU FRA OPPORTUNITA’ E OSTACOLIultima modifica: 2015-06-09T11:32:00+02:00da albatros-331
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