COME OTTENERE IL MASSIMO DAL TUO IMPIANTO FOTOVOLTAICO

COME OTTENERE IL MASSIMO DAL TUO IMPIANTO FOTOVOLTAICO

Tutti sappiamo, fin troppo bene, quanto ci è costato o ci costerà il nostro impianto fotovoltaico.

Diventa tutta un’altra storia, capire bene quanto ci rende e quindi quanto tempo impiegherà a ripagarsi.

Il GSE fornisce dati non sempre chiarissimi, mentre le letture eseguite sul contatore o sul display dell’inverter non sono sufficienti a capire esattamente se l’impianto funziona al meglio. Eppure conoscere la produttività del nostro impianto fotovoltaico è l’unico modo per determinare gli effettivi tempi di ritorno del nostro investimento.

Sono molti i fattori che influenzano la produzione di Kwh/anno (produttività) in un impianto fotovoltaico. La produttività infatti dipende dall’esatto orientamento dei pannelli, dal rendimento delle apparecchiature e degli impianti collegati ad esse, da eventuali fenomeni di ombreggiamento, temperatura, pulizia dei pannelli, etc.

Molti di questi fattori non sono del tutto prevedibili, altri non sono facilmente individuabili proprio perché non si hanno dati certi sulla produzione di corrente da parte dell’impianto.

Come faccio a rendermi conto che il mio inverter ha dei problemi, se non ho sottocchio l’andamento normale della produzione e, allo stesso modo, come mi rendo conto che alcuni pannelli hanno subito nel tempo un decadimento maggiore del normale, o sono molto sporchi o danneggiati?

La produttività cui mi riferisco non è quella teorica che viene stimata al momento di decidere quanti Kwp (kilowat di picco) dovrà produrre il mio impianto per far fronte ai bisogni diurni della mia abitazione. Questo è sicuramente un valore importante e i professionisti che mi faranno il lavoro, se sono veramente tali, non avranno difficoltà a stabilirlo con esattezza. Il vero problema è poter verificare, nel corso della vita dell’impianto (venticinque/trent’anni) se questo valore viene mantenuto o, per un qualsiasi motivo, esso diminuisca, compromettendo l’economicità dell’impianto stesso.

Risulta anche troppo ovvio che l’autoconsumo è un’ottima strategia di risparmio, ma essa si vanifica se la mia produzione di corrente, ad un certo momento, non risulta più adeguata ai miei bisogni.

Primo, la quantità di corrente elettrica che io scambio in rete mi viene pagata dal GSE e, se la quantità diminuisce, anche gli introiti fanno altrettanto.

Secondo, se ho agito con intelligenza modificando le mie abitudini energivore (lavatrici di giorno e non più la sera ecc.), ho cercato di spostare i consumi di energia su quella elettrica installando uno scaldabagno in pompa di calore e una cucina ad induzione o, addirittura, ho sostituito la caldaia a gas con un sistema a pompa di calore, è ovvio che vorrò assolutamente che il mio impianto fotovoltaico mi consenta di far fronte al consumo di elettricità della mia casa.

Terzo, se sono intenzionato ad abbinare al fotovoltaico un sistema di accumulo (batterie) che mi consenta di utilizzare l’eccesso di produzione diurna per il fabbisogno serale e notturno, vorrò essere certo che questo eccesso esista e si mantenga nel tempo, così da non compromettere tutto il mio progetto di autosufficienza (o quasi) energetica.

Come fare allora per monitorare costantemente l’andamento della produzione del mio impianto fotovoltaico?

In realtà il sistema c’è: io ne conosco uno molto valido (sicuramente non è l’unico).

Il segreto è un impianto fotovoltaico dotato di ottimizzatori, in grado di aumentare anche del 25% la resa dei pannelli e di monitorare da remoto, istante per istante, il rendimento di ogni singolo pannello e dell’inverter.

La possibilità di operare su pannello singolo anziché sulla stringa consente di minimizzare le perdite dovute ad eventuali ombreggiamenti o sporcizia, così come ai diversi valori di produzione che non sono mai uguali fra un pannello e l’altro. In una stringa la produzione complessiva dipende dal valore più basso dei vari pannelli collegati. Così come mi consente di posizionare i pannelli anche in modo diverso gli uni da gli altri.

Il monitoraggio remoto, da telefono o da pc, mi permette di intervenire ogni qualvolta risulti necessario pulire o sostituire un pannello, sporco o difettoso e, anche, di sostituire l’inverter al momento giusto (la vita di un inverter è normalmente meno della metà di quella dell’impianto fotovoltaico). Molto spesso il calo di resa dell’impianto è dovuto ad una calo delle funzionalità dell’inverter ed accorgersene in tempo fa sicuramente la differenza.

Certo installare un impianto fotovoltaico ottimizzato ha un costo superiore, ma anche i pannelli di qualità lo hanno e, oggi, ben pochi sceglierebbero pannelli scadenti solo per risparmiare un poco, sapendo che la loro affidabilità è molto discutibile.

E chi ha già sul tetto un fotovoltaico non ottimizzato cosa deve fare? Rassegnarsi?

Direi proprio di no. Oggi è possibile intervenire anche a posteriori provvedendo a dotare di ottimizzatori quell’impianto nato malauguratamente senza. Certo, va valutata. caso per caso, l’opportunità economica di questo intervento di riqualificazione, in particolare in base alla vita residua dell’impianto.

Voi, in base alla vostra esperienza, avete in mente altre soluzioni per valutare efficacemente la produttività del vostro impianto fotovoltaico?

Ne avete sperimentate alcune? Fatelo sapere anche a me!

Sono sempre interessato alle soluzioni che nascono dalla diretta esperienza altrui.

COME OTTENERE IL MASSIMO DAL TUO IMPIANTO FOTOVOLTAICOultima modifica: 2015-04-21T21:23:36+02:00da albatros-331
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